Per quanto riguarda i primi "tentativi di colorazione"brancoliamo piuttosto nel buio. E' chiaro che raggiungere il sublime dello spazio dove l'uomo vive è vecchio quanto l'uomo. Inoltre, le pitture rupestri dell'età della pietra di Lascaux, Francia del sud e Altamira, Spagna del nord sono testimonianze che appartengono alle prime opere d'arte della storia dell'umanità.
La pittura sul soffitto dalla caverna di Altamira
Fonte: www.deutsches-museum.de
I colori allora utilizzati, ricavati da grasso animale e terre colorate
nonché il grasso come legante e la terra ocra come pigmento,
precorrono nel principio i metodi moderni. I prodotti animali non hanno
potuto ottenere alcuna particolare posizione come sostanza grezza di
verniciatura, anche se la parola "verniciatura" con la gommalacca
si riferisce al prodotto metabolico resinoso di una cocciniglia diffusa
in India. La parola deriva dal sanscrito, significa "100.000"
e sta per il grande numero di animaletti che era necessario per la resinatura.1)
Molto più giovani di quei dipinti dell'età della pietra
risalenti a 15.000 anni fa, i primi lavori di verniciatura dalla Cina
(500 a.C. ) si svilupparono in Asia orientale nel fior fiore degli anni
e raggiunsero la loro maturazione in Giappone. I giapponesi producevano
la loro vernice dalla corteccia dell'ailanto, che veniva applicata da
20 a 30 strati. Si ottenevano lavori di alto livello artistico. Grazie
ai portoghesi che nel 1515 approdarono per la prima volta in Cina, queste
vernici arrivarono in Europa. Il vecchio mondo iniziò a interessarsi
allo sviluppo di vernici e già nel 1610 si fondò ad Amsterdam
la "Compagnie van Lackwercken" alla quale seguirono ulteriori
fabbriche di verniciatura in altri paesi.2)
La conoscenza dell'arte sviluppata in Cina 2000 anni prima, raggiunse
l'Europa nel XVI secolo. La forte richiesta da una parte e la sensibilità
dell'ailanto - che non permette il trasporto - dall'altra, si ripercossero
presto sullo sviluppo di vernici locali da sostanze grezze facilmente
disponibili. Le piante rimasero la base più importante per la
produzione di vernici che all'inizio del XX secolo pretesero tecniche
di lavoro più veloci e migliore qualità per le nuove sostanze
di verniciatura.
LA STORIA DEL RIVESTIMENTO IN POLVERE:
La storia del rivestimento in polvere inizia negli ultimi anni 40 e
primi 50 del secolo scorso in un tempo in cui i polimeri organici venivano
ancora metallizzati a spruzzo su basi metalliche. Il Dr. Erwin Gemmer,
scienziato tedesco, sviluppò allora l'interprocesso vorticoso
per la lavorazione delle vernici in polvere duroplastiche e registrò
nel maggio 1953 un relativo brevetto processuale. Tra il 1958 e il 1965,
letteralmente tutti i rivestimenti in polvere, soprattutto applicazioni
funzionali con spessore da 150 µm a 500 µm, furono elaborati
con l'interprocesso vorticoso. L'isolamento elettrico, la resistenza
alla corrosione e all'abrasione stavano in primo piano. I materiali
di rivestimento in voga allora erano di nylon 11, CAB, polietilene,
PVC plastificato, poliestere e poliestere clorurato ecc. Al tempo stesso
vennero di moda gli epossidici duroplastici, per es. per lavastoviglie
(PVC), per l'isolazione termica (epossi), per gli accessori delle barche
(nylon) e mobili in metallo (PVC, CAB).3) Fu la ditta Bosch che durante
la ricerca di un'adeguata sostanza isolante elettrica, sviluppò
il tipo base della polvere di resina epossidica.4)
Gli spessori degli strati troppo alti per numerosi impieghi e la tecnologia
sviluppata poco tempo dopo negli U.S.A. che approdò negli Stati
Uniti ed in Europa tra il 1962 ed il 1964 di lavorazione elettrostatica
della vernice in polvere, non fecero in modo che l'interprocesso vorticoso
diventasse significativo. Con le pistole a spruzzo elettrostatiche della
ditta Sames (da cui deriva la denominazione "tecnica Sames")
questo ostacolo venne superato.5) Tra il 1966 ed il 1973 furono sviluppati
quattro tipi di duroplasti anch'oggi determinanti e commercializzati:
epossi, ibrido epossi-poliestere, poliuretano e poliestere. Il numero
degli impianti di rivestimento in polvere passò, solo in Germania,
da 4 nel 1966 a 51 nel 1970.6) Dai primi anni 70 del XX secolo iniziò
per la vernice in polvere la sua ascesa a livello mondiale, sebbene
la crescita del mercato della vernice in polvere fu scarsa fino al 1980.
Gli impianti erano fino ad allora troppo cari, gli spessori degli strati
troppo alti per l'utilizzo economico. Problemi di cambio colore e temperature
elevate di trattamento a fuoco limitarono notevolmente la molteplicità
delle tonalità, dell'effetto e del substrato.7)
Dai primi anni del 1980, le vernici in polvere svilupparono a livello
mondiale una crescita continua, che avrebbe continuato per molti decenni
successivi, spinta dalle continue innovazioni dei materiali grezzi a
disposizione, del know-how di formulazione nonché dai passi avanti
nella tecnologia d'applicazione e nello sviluppo di nuove applicazioni
(per es. MDF e coil coating) e, non da ultimo, a causa delle direttive
ecologiche che sono diventate restrittive.